Domani, 4 novembre alle ore 9.00, in piazza Cavour unitamente alla celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate (vedi l’articolo), sarà dedicato un momento alla scopertura della Stele dedicata ai partigiani e antifascisti favaresi, oggetto di restauro.
La Stele fu collocata a ridosso del monumento ai caduti il 2 giugno 2016, quando, in occasione della Festa della Repubblica, il sindaco di Favara Rosario Manganella commissionò la realizzazione della stele su cui furono incisi i nomi dei partigiani e degli antifascisti favaresi. Un primo restauro venne effettuato dal consigliere comunale Carmelo Costa, che, di tasca propria, finanziò l’intervento di ripristino e integrazione storica in occasione del 25 aprile 2018.
Oggi, l’importante monumento è stato nuovamente ritoccato e soprattutto integrato dal punto di vista storico, poiché sono stati individuati altri partigiani favaresi. Partigiani e antifascisti “scoperti” grazie al lavoro dello storico Pasquale Cucchiara con il suo libro “Altri uomini”, e che ha fatto altre ricerche che hanno aggiunto altri favaresi all’elenco. Pasquale Cucchiara, ha già pronto un nuovo libro “I prigionieri favaresi prima e dopo l’armistizio di Cassibile”, gli abbiamo chiesto un’anteprima.
“Tutte le biografie sono documentate da atti ufficiali, come confermato dallo storico Calogero Segreto, autore del monumentale “Uscire dall’oblio”. Sono stati inseriti nell’elenco anche Calogero Boccadutri, Antonio Galiano e Salvatore Valenti, rispettivamente: al primo venne riconosciuto il ruolo di organizzatore politico nella clandestinità e quindi nella lotta di Liberazione; il secondo fu organizzatore degli scioperi del ’44 nelle fabbriche di Milano e deportato a Mauthausen come prigioniero politico; il terzo, invece, fu militare a Cefalonia, rientrando così a pieno titolo nella categoria “Resistenza dei militari all’estero”.
Favara, inoltre, vanta una Medaglia d’Oro alla Resistenza, consegnata post mortem da Sandro Pertini al partigiano Giovanni Gallo. I partigiani favaresi caduti furono due: Girolamo Agliata e Giovanni Gallo. I partigiani favaresi parteciparono alla lotta di Liberazione in diverse regioni italiane: Piemonte, Liguria, Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto, Toscana, Marche e Lazio. Coloro che combatterono all’estero furono in totale sei, di cui cinque nell’ex Jugoslavia e uno in Albania. All’interno dell’onomastica cittadina trovano posto i nomi di: Calogero Fanara, Calogero Piazza, Girolamo Agliata, Gaetano Moscato, Antonio Lombardo e Calogero Boccadutri.
Per onor del vero, come documentato da Calogero Segreto, Antonietta Fava e Salvatore Castronovo non risultano ufficialmente riconosciuti come partigiani rispettivamente dalla Commissione regionale piemontese per l’accertamento delle qualifiche partigiane e dalla Commissione Marche nella seduta del 21 gennaio 1947. Da un punto di vista strettamente formale, dunque, non possono essere considerati partigiani a pieno titolo, e questo è un dato storico incontestabile. Tuttavia, per affrontare la questione in modo davvero corretto, credo sia necessario provare a comprendere a fondo le loro vite, il loro pensiero, le esperienze che hanno attraversato e come si sia evoluta, nel tempo, la loro coscienza civile, politica e umana.
Solo così possiamo restituire pienamente il senso della loro vicenda, arricchendo il nostro patrimonio di memoria collettiva — ben più che limitandoci a includere o escludere dei nomi in un elenco.
Non è un compito semplice né rapido, ma è un percorso che ritengo doveroso. Se riuscirò a portarlo avanti, forse potrò capire se, pur non essendo stati riconosciuti ufficialmente, Antonietta Fava e Salvatore Castronovo abbiano realmente vissuto lo spirito della Resistenza, o se, per le circostanze della vita, non siano riusciti a farlo comprendere pienamente agli altri.
È anche per questo motivo che ho scelto di inserirli comunque in questo elenco, che sarà pubblicato nel mio prossimo libro, “I prigionieri favaresi prima e dopo l’armistizio di Cassibile”, edito dalla Fondazione Calogero Marrone.
In totale, i partigiani favaresi furono 42:
Agliata Girolamo, Corpo Volontario della Libertà (CVL) – 4ª Brigata “E. Guerrini” 2ª Divisione “F. Cascione” – dall’8/09/1943 al 5/08/1945, provincia di Imperia. Catturato e ucciso dai tedeschi; Arnone Giosuè, partigiano nelle zone di Venezia; Boccadutri Calogero, antifascista; Bontà Antonio, Comando della 2ª Divisione Langhe a partire dall’1/09/1944, provincia di Cuneo; Bruccoleri Francesco Paolo, partigiano nelle zone di Bolzano; Capodici Baldassarre, Brigata “Quartier Generale”, dall’8/10/1944 al 28/04/1945, Piacenza; Castronovo Salvatore, partigiano regione Marche; Cibardo Bisaccia Gerlando, Divisione “Italo Rossi” dall’1/08/1944 al 3/03/1945, poi Brigata SAP “Marengo”, Piemonte; Criminisi Calogero, Brigata “Val Ellero” dal 24/09/1944 all’8/05/1945, provincia di Cuneo; Criscenzo Giuseppe, Brigata “Ferruccio Gallo” dal 10/11/1944 al 7/06/1945, provincia di Torino; Cusumano Filippo, Ex Divisione Augusta Brigata Cordero, provincia di Torino; Diana Vincenzo, partigiano in Jugoslavia; Fanara Calogero, 2ª Divisione d’assalto Garibaldi–Liguria “F. Cascione”, poi 6ª Divisione Garibaldi “S. Bonfante”, dal 20/10/1944 al 23/05/1945, provincia di Imperia; Galiano Antonio, organizzatore di scioperi e atti di sabotaggio nel campo di concentramento di Mauthausen; Fava Antonietta, 2ª Brigata SAP “Lanfranco”, nome di battaglia “Anna”. È l’unica donna favarese impegnata nella Resistenza; Gallo Giovanni, Medaglia d’Oro della Resistenza, ucciso dai tedeschi mentre tentava di unirsi ai partigiani di Albenga, provincia di Savona; Imberbamo Michele, 6ª Brigata “Giacomo – Fiamme Verdi”, Bologna. Mantenne i rapporti tra il comando del CUMER, le formazioni partigiane e gli Alleati; La Vasca Antonio, 1° Battaglione Genio Alpino – Divisione Partigiana Garibaldi, Jugoslavia; Liotta Antonio, 2ª Divisione Langhe “Rocca d’Arazzo”, dal 12/01/1945 al 7/06/1945, provincia di Cuneo; Lombardo Antonio, Comando Divisione Italiana Partigiana Garibaldi, dall’8/09/1943 al 7/04/1944, Jugoslavia; Lombardo Giuseppe Angelo, 3ª Brigata Garibaldi – Gallarate, provincia di Varese; Lo Piccolo Michele, partigiano nelle zone di Venezia; Marrone Calogero, Gruppo partigiano “5 Giornate del San Martino”; Marrone Domenico, Brigata “Poldo Gasparotto”, Varese. Figlio di Calogero Marrone; Milioti Carmelo, Brigata “A. Gramsci”, Albania; Montalbano Calogero Carlo, partigiano regione Lazio; Montalbano Gaetano, 99ª Brigata Garibaldi dall’1/05/1944 al 7/06/1945, Piemonte; Moscato Gaetano, SAP dal 1/02/1944 al 31/10/1944, Forlì; Nobile Diego, Commissione: Estero; Piazza Calogero, 6ª Divisione d’assalto Garibaldi Liguria “S. Bonfante”, dal 5/06/1944 al 30/05/1945, provincia di Imperia; Piazza Paolo, partigiano in Liguria; Pompeo Gaetano, Commissione: Estero; Presti Pietro, Brigata “Val Mongia”, provincia di Cuneo; Puccio Salvatore, 9ª Divisione Garibaldi, dall’1/05/1944 al 7/06/1945, Piemonte; Pullara Calogero, Brigata “Bandiera Rossa”, dall’8/09/1943 al 4/06/1944, Roma; Pullara Ernesto, Brigata “Bandiera Rossa”, dal 9/09/1943 al 4/06/1944, Roma; Salomone Calogero, Brigata Dall’Orco, Divisione Garibaldi “Coduri”, fino al 10/11/1944, provincia di La Spezia; Schifano Felice, partigiano regione Marche; Termini Cesare, partigiano regione Lazio; Valenti Salvatore, maresciallo del 17° Reggimento di fanteria di stanza a Cefalonia; Zambito Antonio, 6ª Brigata “Belbo” della 2ª Divisione Langhe, dal 20/02/1945 al 6/05/1945, provincia di Cuneo; Zambito Vincenzo, partigiano regione Toscana.
La stele rinnovata non è solo un simbolo di memoria, ma un invito a non dimenticare mai le radici civili e morali della nostra comunità, affinché il sacrificio e il coraggio di quei cittadini continuino a ispirare le generazioni future.
