Una chiesa gremita, cuori raccolti e una sola, accorata invocazione: che Marianna Bello torni a casa. È con questo spirito di profonda commozione che ieri sera, nella chiesa di Sant’Antonio del convento francescano di Favara, si è svolta la solenne concelebrazione in onore di San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia.
La liturgia si è aperta con un momento di intensa preghiera per Marianna Bello, la donna di 38 anni, madre di tre figli, trascinata via dalle acque nel canalone di piazza Libertà durante il violento temporale di mercoledì scorso, e tuttora dispersa. Un pensiero forte, corale, rivolto anche alla sua famiglia, stretta da giorni nell’angoscia e nella speranza. Tutta Favara si è unita in silenzio, in una preghiera che è diventata abbraccio. A presiedere la messa è stato fra’ Carmelo D’Antoni, nuovo padre guardiano del convento. Con lui, fra’ Dieudonné Laho, fra’ Salvatore Callari e padre Giuseppe Veneziano hanno concelebrato la messa in un clima di intensa partecipazione.
Il momento più solenne si è avuto al termine della funzione, con l’atto di affidamento della città di Favara a San Francesco d’Assisi, letto da Carmelo Vitello, Ministro Regionale dell’Ordine Francescano Secolare (OFS) della Sicilia. Un gesto semplice ma carico di significato, particolarmente sentito in un momento così difficile per la comunità. “San Francesco, intercedi per noi presso Dio, nostro Padre celeste, e ottienici la grazia di vivere il Vangelo nella gioia, nella pace e nella riconciliazione. Concedici la forza di superare le sfide della vita con fede, speranza e carità, cercando sempre di fare la volontà di Dio.”
All’atto di affidamento non ha potuto prendere parte il sindaco Antonio Palumbo, impegnato personalmente a presiedere le ricerche di Marianna Bello. La sua assenza è stata comunque colmata dalla presenza viva della comunità, che ha voluto trasformare la celebrazione in un momento di solidarietà collettiva, affidando a San Francesco le speranze, le paure e la forza di andare avanti. Favara si stringe attorno alla sua gente, invocando protezione, conforto e una risposta alle sue preghiere.
