C’era una volta, nella Sicilia degli anni Settanta, un gruppo di sacerdoti che decise di scegliere il Vangelo contro il potere. Sessanta, forse qualcuno in meno, appartenenti alla Diocesi di Agrigento, nel 1974 firmarono un documento collettivo che denunciava le derive di potere all’interno della Chiesa e invocava un ritorno alla comunione evangelica, alla povertà, alla vicinanza con il popolo.

Un gesto coraggioso, senza precedenti, che oggi rivive nelle pagine del libro di Enzo Di Natali, “Dal potere alla Comunione” (edizioni Medinova), presentato ieri a Favara davanti a un pubblico attento e partecipe. Il volume, come ricordato dagli illustri relatori intervenuti, ricostruisce con rigore storico e profonda sensibilità umana quell’inedita “ribellione” sacerdotale maturata all’indomani del Concilio Vaticano II, in un contesto sociale attraversato da profonde tensioni tra modernizzazione e poteri politico-clericali.

Il documento dei sessanta, scritto dall’arch. Luigi Sferrazza, allora giovane sacerdote, rappresentò un momento di rottura ma anche di speranza: la voce di chi chiedeva una Chiesa meno gerarchica, più vicina agli ultimi, alle periferie, più fedele al messaggio originario di Cristo.
«Fu un evento che coinvolse non solo Agrigento, ma almeno altre dieci diocesi della Sicilia» – ha ricordato il professor Di Natali – «segno di un fermento spirituale e civile che attraversava l’isola».
Attraverso testimonianze, lettere e documenti inediti, l’autore restituisce non solo la cronaca di quei giorni, ma anche il travaglio interiore e la forza morale di un gruppo di uomini che scelsero la libertà del Vangelo rispetto alla sicurezza delle gerarchie. “Non una protesta fine a sé stessa, ma un tentativo concreto di rendere la Chiesa più partecipata, corresponsabile e autenticamente evangelica”.

«Fu una rivoluzione silenziosa – scrive Di Natali – che non mirava a dividere, ma a ricomporre la comunità ecclesiale in una comunione liberata dalle logiche del potere».
E forse è proprio questo il messaggio più attuale del libro: mezzo secolo dopo, quella voce collettiva continua a interrogare la Chiesa e la società di oggi, richiamando tutti alla responsabilità, alla trasparenza e alla necessità di una Chiesa povera per i poveri, capace di farsi prossima a chi vive ai margini.
“Dal potere alla Comunione” – è emerso dall’incontro – non è solo un’opera di storia ecclesiale: è una riflessione sul rapporto tra fede e potere, tra istituzione e popolo, tra silenzio e profezia.
Ricorda che, in certi momenti della storia, bastano sessanta voci per riaccendere la speranza di una Chiesa che torna ad essere, davvero, comunione. L’evento culturale è stato promosso dal Centro Studi “Antonio Russello” presieduto da Sara Chianetta.
