lunedì, Novembre 10, 2025
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Il Sindaco Palumbo, il volto di una città che spera: “Non ci arrendiamo, Marianna deve tornare a casa”

Sono passati sette giorni, lunghi come un’eternità, da quel tragico 1° ottobre in cui Marianna Bello, 38 anni, mamma di tre figli, è stata travolta dalla furia dell’acqua del nubifragio e risucchiata dal canalone di piazza della Libertà a Favara. Da allora le ricerche non si sono mai fermate, e con esse nemmeno la presenza costante e discreta del sindaco, Antonio Palumbo.

Il primo cittadino è lì, ogni giorno, sin dalle primissime luci dell’alba. Presidia ogni punto nevralgico delle operazioni: da piazza della Libertà a via Olanda, dove ha sede il campo base dei soccorsi, fino alla zona del depuratore in contrada Esa-Chimento. Sempre presente, instancabile. Il suo volto racconta l’angoscia di un’intera comunità, i suoi occhi lucidi tradiscono la fatica e il dolore, ma anche una determinazione ferrea: non abbandonare Marianna e i suoi cari. “Non possiamo e non dobbiamo arrenderci”, ha detto il sindaco con voce rotta, commossa ma ferma, stringendo le mani dei familiari che da una settimana vivono nell’incubo dell’attesa.

Accanto al primo cittadino c’è sempre il luogotenente Paolino Scibetta, comandante della Tenenza dei Carabinieri di Favara, i primi ad arrivare e gli ultini ad andare via. Un binomio istituzionale e umano che in questi giorni ha rappresentato il cuore pulsante dell’impegno civile. Fin dai primi minuti, all’arrivo della richiesta di soccorso, il comandante Scibetta non ha esitato un attimo ad entrare nel canalone di piazza dell Libertà. Stivaloni ai piedi, recuperati da un addetto della protezione civile, si è addentrato nel Vallone Cicchillo, non tanto e non solo per presenziare le ricerche, ma anche per cercare direttamente, tra il fango e i canneti, uscendone stremato ed infangato. Accanto a loro, giorno dopo giorno, c’è la macchina operativa dello Stato: vigili del fuoco, protezione civile, personale sanitario, volontari, forze dell’ordine, personale specializzato, cani addestrati, droni e mezzi sofisticati che non hanno mai lesinato forze nelle operazioni di ricerca. Ma soprattutto, c’è l’umanità. Quella che il sindaco Palumbo e il luogotenente Scibetta rappresentano in modo sincero e commovente.

Ieri è tornato a Favara, il Prefetto di Agrigento, la massima autorità dello Stato in provincia, per fare il punto della situazione. Le ricerche continuano, ogni zona viene perlustrata, ogni speranza tenacemente coltivata. In queste ore, si guarda con fiducia all’arrivo di unità cinofile speciali dalla Toscana, addestrate per operazioni in contesti così difficili e delicati. Una nuova speranza, difficile, ma ancora viva.

Nel dolore collettivo di Favara, la figura del sindaco Palumbo e del comandante Scibetta diventano simbolo di prossimità, empatia e dedizione. Non un ruolo, ma una missione. In silenzio, camminano al fianco dei familiari, accarezzano le spalle di una madre in lacrime, incrociano gli sguardi smarriti degli amici di Marianna. Ascoltano, accompagnano, credono. E mentre il tempo scorre impietoso, la città si stringe in un unico, profondo abbraccio. Per Marianna. Per i suoi bambini. E per una comunità che, con il suo sindaco in prima linea, non smette di cercare, non smette di sperare.

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