lunedì, Novembre 10, 2025
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Dopo 9 anni di servizio pastorale Don Marco saluta Favara

Una serata intensa di emozioni, ricordi e commozione ha accompagnato l’ultima Messa di Don Marco Damanti nella parrocchia dei Santissimi Pietro e Paolo. Dopo nove anni di instancabile servizio pastorale, ieri sera il parroco ha salutato la comunità favarese con parole cariche di gratitudine e affetto, suggellando un percorso profondo fatto di ascolto, vicinanza e impegno sociale.
In una chiesa gremita in ogni angolo – tanto da costringere molti fedeli a rimanere in piedi, Don Marco ha celebrato l’ultima Eucaristia nella “sua” chiesa, che per quasi un decennio è stata casa, famiglia e luogo di crescita spirituale. Il clima, pur segnato dalla festa del commiato, è stato anche velato di mestizia per la scomparsa di Marianna Bello, la donna favarese travolta dal nubifragio dei giorni scorsi e ancora dispersa. Un dolore condiviso da tutta la comunità, presente in silenzioso raccoglimento. Una comunità unita nel ringraziamento.

Alla celebrazione hanno partecipato numerose autorità civili, religiose e scolastiche: il comandante della Tenenza locale, luogotenente Paolino Scibetta, il sindaco di Montevago, l’onorevole Margherita La Rocca, accompagnata dal marito prof. Giovanni Ruvolo, la dirigente dell’I.C. “Andrea Camilleri” Rosetta Morreale, docenti del Liceo “Martin Luther King” e dell’Istituto Alberghiero “G. Ambrosini”, oltre ai rappresentanti del Consiglio Pastorale Cittadino, mentre il presidente del consiglio Miriam Mignemi, a nome suo e dei consiglieri, ha fatto pervenire un messaggio di saluto e di graditutine.

Tutti hanno voluto esprimere, con parole sincere e sentite, la propria gratitudine a Don Marco, definito più volte “il parroco della gente”. Visibilmente commosso, con voce rotta dall’emozione e lacrime che hanno segnato il suo volto, Don Marco ha ricambiato l’abbraccio corale con parole semplici ma profonde: «Vi porto nel cuore. Non è un addio, ma un arrivederci. La mia storia con voi continuerà, in altre forme, con lo stesso amore». Un ministero fatto di ascolto, presenza e visione. Arrivato a Favara nove anni fa, Don Marco si è subito immerso nella realtà della parrocchia, trovando in essa non solo una nuova sfida pastorale, ma una vera e propria casa. «Mi sono immerso nel territorio, con i suoi talenti e le sue fragilità», ha raccontato. E da questa immersione è nato un cammino ricco e partecipato, che ha lasciato segni tangibili: la Peregrinatio Mariae, il Grest estivo per i più piccoli, le coinvolgenti Feste dei Santi Patroni e, in particolare, l’intitolazione del salone parrocchiale a Padre Pino Puglisi con la frase simbolo “Se ognuno fa qualcosa, insieme si fa molto”, diventata il motto di un’intera comunità.
Tra i frutti più significativi del suo ministero c’è la nascita del Centro diurno per anziani “Fratel Biagio Conte”, che oggi accoglie oltre 40 persone tre volte alla settimana. Un’oasi di socialità e conforto per tanti, contro la solitudine e l’emarginazione.

Don Marco saluta il comandante della Tenenza di Favara Paolino Scibetta

Un parroco tra la gente e per la gente
Ma il servizio di Don Marco è andato ben oltre le mura della chiesa. La sua è stata una presenza viva e coraggiosa anche nel dibattito pubblico, affrontando temi scomodi e urgenti: legalità, tutela ambientale, disagio sociale, disoccupazione, crisi idrica, antimafia. Sempre con uno stile diretto, ma rispettoso, capace di suscitare riflessione e coscienza, senza mai perdere la luce della speranza cristiana. Importante anche il suo legame con il mondo della scuola, da lui definito “un ponte tra la Chiesa e i giovani”. Ha insegnato per anni al Liceo “Martin Luther King” sotto la guida della preside Mirella Vella, per poi proseguire all’Alberghiero “Ambrosini”, inclusa la sezione carceraria, «un luogo difficile, ma ricco di umanità». Infine, la collaborazione con l’I.C. “Andrea Camilleri” ha portato alla nascita di progetti condivisi tra scuola, parrocchia e famiglie.
Don Marco lascia Favara con il cuore pieno di riconoscenza. «Non so se io ho dato, mi affido alla misericordia di Dio. Ma posso dire con certezza che ho ricevuto tanto. E questo mi ha reso una persona migliore, per essere un pastore migliore». Poi ha concluso: “Nel mio cuore, oltre oltre ai nuovi parrocchiani di Campobello di Licata, c’è spazio per Voi. Non è un addio, ma un arrivederci”.
Nei giorni scorsi ha celebrato i suoi 23 anni di sacerdozio, un traguardo che dà ancora più significato a questo passaggio di testimone. Alla sua figura resta legata un’eredità fatta di relazioni, inclusione, fede concreta e servizio disinteressato.
Buon cammino, Don Marco. Ovunque andrai, Favara ti accompagnerà con affetto e riconoscenza.

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